giovedì 10 marzo 2011

Educazione sentimentale

Oggigiorno si fa un gran parlare dell'affettività degli adolescenti, spesso cresciuta attraverso modelli sbagliati, superficiali e sostanzialmente riduttivi.
E' vero, è proprio così; ma per risolvere questo grave problema non servono corsi extra - super - ultra specifici di educazione sessuale, visite ai consultori, programmi televisivi condotti da signorine che vanno verso l'attempato ma vestono "trendy" e parlano "gggiòvane" (il che, a mio parere, le rende non abbastanza spigliate ma nemmeno serie al punto giusto, facendole cadere verso l'abisso di quella brutta bestia che è la volgarità).


Credo che per fornire alle fanciulle (e ai baldi giovani) d'oggi la corretta educazione sentimentale, basterebbe leggere minuziosamente l'opera omnia di Jane Austen.


Sissignori, proprio così.


Innanzitutto i romanzi della Austen sono uno degli esempi più evidenti di ciò che realmente significa classicità e modernità, trascendendo, pur essendone meravigliosamente ancorati, tutto il contesto storico in cui sono stati concepiti e sviluppati.
Che Mr. Darcy sia uno di noi è evidente, nonché altamente sperabile per tutte le single in circolazione.


Entrando nello specifico possiamo osservare che in tutti i libri della Austen ci sono sempre (e perdonatemi se banalizzo ma soprattutto perdonami tu, Jane cara, lo faccio con le migliori intenzioni):

- la ragazza protagonista, intelligente, molto dignitosa e orgogliosa ma spesso sprovveduta per quel che riguarda le faccende amorose, di cui tuttavia è fermamente convinta di intendersi creando così una serie di circostanze ambigue nelle quali finisce solo per confondersi (cfr Emma).


- il belloccio di turno, ricco e sfacciato come Frank Churchill, ma anche povero e arrivista come  Wickham. Egli cerca subito, riuscendoci, di fare colpo sulla nostra eroina sprovveduta ma ben presto si capisce che non ha un vero interesse, bensì intende smuovere le acque per coprire o nascondere qualcosa di losco. 


- l'antagonista in amore che può essere una ragazzetta vacua come Lydia Bennet o Harriet Smith, o enigmatica come Jane Fairfax, o addirittura alquanto malefica, come Mary Crawford. Ma, badiamo bene, in genere il vero eroe della storia non si lascia corrompere da queste donne che infatti sono in combutta con il belloccio (a parte Edmund in Mansfield Park e infatti è insopportabile).


- una serie di donne (zie, madri, tutrici, tate) o uomini anziani (padri, zii, tutori, amici di famiglia), che influiscono con i loro consigli sulle sorti della nostra eroina. I consigli possono essere positivi o negativi. In Persuasione, ad esempio, hanno effetti devastanti sull'amore fra Anne Elliot e il capitano Wentworth.


- infine c'è lui, l'eroe! Non è particolarmente bello né particolarmente giovane. Tuttavia è un uomo distinto e affascinante, che in apparenza non da segni di bontà e gentilezza ma che nel segreto del proprio cuore e in gesti discreti e intimi svela un animo puro e candido. 
Egli non solo è attratto dalla protagonista ma prova per lei un sentimento di grande affetto, tanto che spesso le sta accanto con grande sensibilità e tatto, fino allo svelarsi dell'amore. I casi più esemplari sono, a mio parere, l'arcinoto Mr Darcy (superba la versione di Colin Firth per la BBC) e il più caustico Mr Knightley. 


Ricapitolando, sono tre i grandi insegnamenti che Jane Austen fa a noi donne:


1) nella vita serve tanta IRONIA, sia nei confronti di se stessi che nei confronti di tutta la realtà.


2) le apparenze ingannano e la via più corta spesso è la più pericolosa.


3) mai e poi mai darsi (e darla) così, in un impeto di sentimento. Si resta fregate, ragazze, già dal '700. 

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